Trading intraday o scalping. Come guadagnare velocemente

scalping

In questa pagina parliamo di trading intraday, trading online giornaliero, dall’inglese day-trading, scopriamo che cosa è e se può essere fatto per te.

Lo Scalping è una tecnica di trading intraday che vede di solito l’ apertura e la chiusura della posizione in minuti.

Lo scalping è un metodo che permette al trader di guadagnare un centesimo per ogni azione acquistata o venduta ed è spesso completata in meno di un secondo. Il guadagno deriva quindi dalla grande quantità di titoli su cui si è investito e dal gran numero di operazioni giornaliere. Il numero di transazioni che è possibile effettuare al giorno sono illimitate, come lo sono di conseguenza i profitti e le perdite.

In realtà nel trading giornaliero, in particolare nel trading rapido, dove si guadagna pochissimi centesimi per titolo, c’è da considerare la grossa incidenza della quota di commissione richiesta dalla banca o dalla SIM che offre il servizio, per agevolare queste tecniche sono quindi offerti da molte SIM, conti con condizioni di commissioni fisse o a scalare durante un certo periodo temporale, più operazioni di trading si eseguono, minore sarà il costo di ciascuna operazione.

Il trading online giornaliero è anche caratterizzato dall’uscita, chiusura delle posizioni aperte, al termine della giornata di contrattazione, per evitare i rischi eccessivi di variazione dei prezzi alla riapertura del mercato. Questo avviene per la maggioranza dei trader che effettuano trading giornaliero ma, c’è anche una buona parte che confidando nella propria analisi mantiene aperte le posizioni.

Abbiamo visto che con il trading online giornaliero il guadagno è molto basso su ogni singola azione, esiste però un espediente per moltiplicare i guadagni in proporzione al capitale disponibile, si chiama marginazione. La marginazione è una sorta di prestito giornaliero offerto dalle banche o SIM e consente al trader di investire più denaro rispetto a quello disponibile sul conto, con conseguente “effetto leva“. Per mezzo dell’effetto leva generato dalla marginazione è possibile ad esempio, impegnando la somma di 10 mila euro investire un capitale di 100 mila euro o anche oltre.

Risulta chiaro che con la marginazione i pochi centesimi guadagnati o persi su ogni titolo generano una grossa cifra sulla somma del totale investimento, qusto genere di trader viene a volte descritto come un “banditi” o “giocatore d’azzardo” dagli altri investitori. L’utilizzo comune di trading online con margine amplifica quindi gli utili e le perdite, in modo tale che perdite o guadagni consistenti si possono verificare in un periodo di tempo molto breve. A causa del rischio elevato nell’utilizzo della marginazione il trader è spesso costretto ad uscire da una posizione anche in tempi molto brevi ed in grossa perdita, al fine di evitarne una maggiore, questo si chiama stop loss è per i trader che amano correre grossi rischi, lo stop loss può essere stato impostato obbligatoriamente dalla SIM per evitare che questi perda una cifra molto più grande del suo investimento iniziale, o anche più grande di suo patrimonio totale.

Il trading online giornaliero o intra-day può essere effettuato sia per le operazioni sui titoli azionari, sia sui futures, sia sul Forex, dove, piochè i movimenti percentuali sono generalmente di carattere inferiore rispetto a quelli degli altri mercati, le leve offerte dalla marginazione sono spesso molto più elevate.

Per quanto possa consigliare, per i miei investimenti nel trading online giornaliero, utilizzo spesso la marginazione ma imposto lo stop loss molto stretto, perché sbagliare è possibile e un errore non deve precludere la possibilità di provare nuovamente ad entrare nel mercato, magari in direzione opposta a quella in cui si aveva precedentemente sbagliato.

Banche venete; i vecchi azionisti non si aspettino che lo Stato intervenga anche in loro aiuto

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Approvata la legge salva-risparmio dal Parlamento lo scorso 23 dicembre dopo il fallito aumento di capitale di Mps, è ora il momento delle banche venete.
La legge viene in aiuto delle banche in difficoltà, tra cui quelle venete, qualora mancassero l’aumento di capitale che andrà lanciato. Ma questo non è facile; è necessario che gli azionisti aderiscano alla transazione proposta dalle banche guidate da Fabrizio Viola e Cristiano Carrus, per evitare strascichi legali da miliardi di euro — per il presunto inganno nella vendita delle azioni — che ne affosserebbero i bilanci per sempre.

A tal proposito, il professor Sabino Cassese, uno tra i maggiori giuristi italiani, giudice emerito della Corte Costituzionale, è sicuro che i vecchi azionisti non dovranno aspettare che lo Stato intervenga anche in loro aiuto.
Le sue parole sono chiare:

«Gli azionisti delle banche aiutate dello Stato devono evitare di darsi la zappa sui piedi e capire che la transazione offerta dalle banche per evitare contenziosi giudiziari non potrà realizzarsi con capitale pubblico e conviene accettarla»

Sulla questione delle banche venete sono state poste delle domande dirette a Sabino Cassese, queste le sue risposte.

Professor Cassese, che idea si è fatto dell’intervento del governo sulle banche?

«Secondo me è un ottimo compromesso tra tutela del risparmio bancario e rispetto del principio europeo di divieto di aiuti di Stato, regolato per le banche nel 2014.
La legge introduce due tipi di intervento: una garanzia statale sulle obbligazioni di nuova emissione e un intervento di rafforzamento patrimoniale con l’emissione di
nuove azioni che sono sottoscritte dal Tesoro.
Viene quindi escluso quello che c’è in mezzo: i vecchi azionisti, sui quali ricade il rischio. Se non fosse stato così, si sarebbe negata la premessa, cioè la direttiva sul Bail in secondo la quale il rischio deve essere sopportato innanzitutto dagli azionisti e dai creditori della banca. Insomma si è voluto evitare un salvataggio di Stato delle banche stile anni Trenta»

Ci sono però punti delicati aperti. Per esempio per la condivisione degli oneri (burden sharing), la Commissione Ue vorrebbe una conversione delle obbligazioni in azioni che carichi dì più il peso sui bondholder, per non premiare l’azzardo di chi ha comprato quei Bond a prezzi molto bassi.

«È tutto da discutere con Bruxelles: non solo il decreto legge è stato concordato a Bruxelles, ma esso prevede che le singole misure vengano concordate con Bruxelles proprio perché il corridoio in cui lo Stato può muoversi è molto stretto. Il punto fondamentale è che non ci possono essere sostegni ai soci precedenti, perché violerebbero il principio europeo del divieto di aiuti di Stato»

Ma se i soci di Popolare di Vicenza e Veneto Banca non accettassero la proposta di transazione, potrebbero poi ottenere qualcosa dallo Stato azionista?

«In base alle norme europee e nazionali, la transazione proposta comunque non può essere fatta con risorse statali, perché finirebbe per violare il divieto di aiuti. Ma i soci potranno avvantaggiarsi del miglioramento delle condizioni della banca. Se gli azionisti collaborano, si ritroveranno con un titolo che potrà valorizzarsi. Viene stimolato il principio di cointeressenza che è implicito nelle norme»

Ma chi impedirà ai soci di fare comunque causa alla banca in mano allo Stato?

«Se arriva lo Stato, la quota diminuisce di valore, a causa dell’aumento di capitale. E non si potrà dire: c’è una falla nella barca ma sono contento che si allarghi perché verranno a salvarmi con una nave da crociera. Un comportamento razionale suggerisce di fare di tutto perché la falla si tappi e la nave non affondi, anche perché la nave da crociera non c’è»